La battaglia di Salamina

25 settembre 480 a.C., Battaglia di Salamina: la Grecia sconfigge la Persia.

La battaglia fu parte della Seconda Guerra Persiana, ovvero il secondo tentativo di aggressione, invasione e conquista della Grecia operato dei Persiani, comandati da Serse I di Persia, che si svolse tra il 480 e il 479 a.C.

All’alba del 25 settembre 480 a.C., mentre entrava nello stretto di Salamina (isola della Grecia, nel Mare Egeo), la flotta persiana udì il nemico greco intonare il proprio inno di guerra:

“Oh figli della Grecia, andate!
Liberate il vostro Paese, liberate i vostri figli,
le vostre donne, i templi degli dèi dei vostri padri
e le tombe dei vostri antenati:
questa è la battaglia definitiva!”.

La battaglia di Salamina tra la flotta dell’invasore persiano, il re Serse, e i suoi avversari, i governi della Grecia alleati, viene tutt’oggi considerata come uno dei più celebri scontri navali della Storia. Serse era profondamente convinto che sarebbe stato il momento in cui finalmente avrebbe spazzato via la resistenza nemica e consolidato la sua presenza sui territori greci. Ma le sue navi, entrando nello spazio angusto dello stretto, caddero nella trappola ordita dall’abile generale ateniese Temistocle.

Inizialmente, le navi greche sembrarono ritirarsi come fossero intimorite dai Persiani. In realtà, la superiorità numerica di questi ultimi giocò a loro sfavore: le imbarcazioni persiane cominciarono inevitabilmente a schiantarsi le une sulle altre, chi comandava le navi andò nel panico e il morale della flotta andò rapidamente in pezzi.

Dal punto in cui si trovava, sul monte Egaleo, Serse non poté far altro che osservare rabbiosamente e impotente la disfatta, mentre la sua flotta andava allo sbando e i Greci avanzavano all’attacco cantando inni trionfali. Erodoto, storico greco, riferì che molti Persiani non erano in grado di nuotare, per cui il mare era punteggiato dai corpi degli annegati.

Salamina è generalmente considerata il punto di svolta delle Guerre Persiane, un vero e proprio evento chiave nella storia dell’umanità, in quanto le libere città della Grecia sfuggirono una volta per tutte al giogo persiano.

Il mondo greco, negli ultimi giorni di settembre del 480 a.C., era sospeso a un filo: a ovest i Greci della Sicilia erano minacciati da un’imminente invasione cartaginese dall’Africa settentrionale (odierna Tunisia), mentre nell’Egeo alcuni soldati guidati da Sparta e Atene si schieravano nel tentativo di difendersi dall’invasione persiana, che procedeva tanto sulla terra quanto sul mare. Alle Termopili erano stati sconfitti, dunque la capitolazione sembrava imminente.

Salamina sarebbe stata così il teatro di una battaglia navale pressoché decisiva, non solo per la salvezza dell’indipendenza della Grecia, ma per la stessa civiltà greca, fatta di democrazia, arti, filosofia, scienza e storia. La vittoria dei Greci, guidati da Atene, fu dovuta a una combinazione di abilità e coraggio, come anche agli errori di calcolo colpevolmente commessi dai Persiani.

La guerra si concluse l’anno seguente, grazie soprattutto alla vasta battaglia campale di Platea, in Beozia, nella quale l’alleanza tra le città-stato greche distrusse quel che rimaneva dell’esercito persiano.

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